La leggenda di Francesco

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Correva l’anno 1213 quando il Serafico giunse nelle nostre terre e la parola di Francesco giunse come l’annuncio di un bene inatteso, come una promessa di amore e di pace ,tra il fragore delle armi che si apprestavano per la nuova crociata bandita da Papa Innocenzo III. Francesco aveva intrapreso un viaggio per recarsi in Ispagna e contava diportarsi in Marocco desideroso di incontrarvi il sultano convinto di poterlo vincere con le armi della fede. Come il Serafico giunse a Cairo, la nuova del suo arrivo corse tra gli abitanti, manenti, bifolchi o gente di masnada del feudatario. Egli  era amato e osannato da tutto quel popolo. Avvicinandolo ,baciandone il lacero saio e ascoltando le sue parole di fratellanza accendeva in loro la speranza di vedergli fare un miracolo davanti ai loro occhi.

In questa terra c’erano corpi martoriati da guarire, spiriti combattuti da sanare e anime cieche da ricondurre alla fede cristiana. Ed il miracolo fu … ma non tra la plebe genuflessa  ed orante, non nella chiesa tra mistici silenzi e  l’odore di incenso ma in tutt’altro loco.

Viveva in alto sul colle , nel castello che par dominare gli uomini e le cose,una divina fanciulla con la nobiltà dei natali e la potenza del padre Ottone I del Carretto e l’affetto della madre Alda ,di Ugone degli Embriaci genovese.

Erano tali i beni in suo possesso che la gente invidiava la sua vita, ma la fanciulla non poteva essere invidiata perché era privata della favella e dell’udito fin dalla tenera infanzia. 

Ella era leggiadra e di nome faceva ALASIA ed impietosiva quanti la vedevano esprimersi con movenze delle mani e sguardi impauriti.

Vi aspettiamo dal 5 al 10 agosto a Cairo Medievale per scoprire il finale della nostra leggenda

Il Serafico vide la fanciulla che accompagnata dalla nutrice camminava in uno splendido giardino circondata dalle sue ancelle e si avvicinò.

La ragazza spaventata si nascose dietro la sua accompagnatrice , Francesco la guardò lungamente negli occhi e facendo il segno della croce disse:” Vai creatura di Dio e di a tuo padre il grande Ottone del Carretto che l’umile servo del Signore è nel Borgo di Cairo e chiede che venga eretto un luogo di preghiera, per chi mendicante percorre la via e vuole seguire gli insegnamenti del Signore”

Poi pose le sue le sue scarne dita sulle orecchie e sulle labbra della ragazza dicendo “ Signore ascolta il tuo umile servo e concedi che le parole escano piene da queste labbra  ed i suoni e la musica volino in queste orecchie”. Intorno un silenzio spettrale , l’incredulità regnava sovrana e tutti guardavano  il Serafico che lentamente si allontana verso le vie anguste e gli oscuri porticati del borgo.

Alasia iniziò a danzare come se una musica celestiale le dettasse il tempo e corse verso la nutrice piena di gioia. Lei capì che qualcosa era mutato ed i suoi occhi si riempirono di gioia.

La ragazza corse verso il padre che stava giungendo con la sua corte  e nel silenzio più totale esclamò  “L’umile servo del Signore chiede che venga eretto un luogo di preghiera, per chi mendicante percorre la via e vuole seguire gli insegnamenti del Signore”. Nell’udire ciò la folla impazzì di gioia ed acclamò il Serafico che aveva compiuto il MIRACOLO.

 Ottone rivolgendosi a tutti i presenti disse:” che sia preparata la festa delle feste, si intonino canti di gioia e di letizia ,si imbandiscano le tavole con ogni leccornia e siano invitati tutti signori e servi. Poi fece convocare FRANCESCO e diede ordine ai mastri di incominciare i lavori del Convento in un luogo sulla Via Maagistra Langarum, presso la valle dove si eleva un cerchio di colli, in magnifica positura e circondata da ameno paesaggio.

Questa è la leggenda tramandata da giullari e menestrelli dal tempo dei tempi.